Cardiochirurgia: l’Idrocortisone per via endovenosa riduce l’incidenza di fibrillazione atriale


La fibrillazione atriale è l’aritmia che si presenta più frequentemente dopo un intervento chirurgico sul cuore.
E’ stato ipotizzato che a scatenare la fibrillazione atriale sia un’esagerata risposta infiammatoria.

Ricercatori della Kuopio University in Finlandia, hanno esaminato se la somministrazione endovenosa di corticosteoridi dopo chirurga al cuore fosse in grado di prevenire la fibrillazione atriale dopo l’operazione chirurgica.

Sono stati arruolati 241 pazienti consecutivi senza una precedente fibrillazione atriale o flutter, che dovevano sottoporsi a bypass coronarico, sostituzione della valvola aortica o intervento combinato di bypass coronarico e di sostituzione valvolare aortica.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 100 mg di Idrocortisone ( SoluCortef ), oppure placebo, secondo il seguente schema: la prima dose alla sera del giorno dell’intervento chirurgico, ed 1 dose ogni 8 ore durante i 3 giorni successivi.
Inoltre, tutti i pazienti hanno ricevuto Metoprololo ( Seloken ) ( 50-150 mg/die ), titolato in base alla frequenza cardiaca.

L’endpoint principale era rappresentato dal presentarsi della fibrillazione atriale durante le prime 84 ore dopo intervento chirurgico al cuore.

L’incidenza di fibrillazione atriale postoperatoria è risultata significativamente più bassa nel gruppo Idrocortisone ( 30% ) rispetto al gruppo placebo ( 48% ) ( hazard ratio aggiustato, HR = 0,54; p = 0.004; NNT = 5,6 ).

Rispetto al placebo, i pazienti che hanno ricevuto Idrocortisone non hanno presentato una più alta percentuale di infezioni superficiali o profonde della ferita, o altre gravi complicanze.

Lo studio ha dimostrato che l’Idrocortisone per via endovenosa è in grado di ridurre l’incidenza di fibrillazione atriale dopo chirurgia al cuore. ( Xagena_2007 )

Halonen J et al, JAMA 2007; 297: 1562-1567



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