Insufficienza cardiaca cronica: l’uso di farmaci antinfiammatori non-steroidei è associato ad un aumento di morbidità cardiovascolare e di mortalità
Un numero sempre crescente di prove indica che il rischio cardiovascolare è associato all’uso di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ), in particolare nei pazienti con malattia cardiovascolare.
Uno studio ha valutato il rischio di morte e di ospedalizzazione a causa di infarto del miocardio e insufficienza cardiaca associata all’uso dei FANS in una coorte di pazienti non selezionata con scompenso cardiaco.
Da registri nazionali di ospedalizzazione e dai farmaci distribuiti dalle farmacie in Danimarca, sono stati identificati 107.092 pazienti sopravvissuti alla loro prima ospedalizzazione per insufficienza cardiaca tra il 1995 e il 2004 e il successivo uso di FANS.
Un totale di 36.354 pazienti ( 33.9% ) ha ricevuto almeno una prescrizione di un FANS dopo la dimissione; 60.974 ( 56.9% ) sono morti e 8.970 ( 8.4% ) e 39.984 ( 37.5% ) sono stati ospedalizzati con infarto miocardico o con scompenso cardiaco, rispettivamente.
L’hazard ratio ( HR ) per la mortalità è stato di 1.70, 1.75, 1.31, 2.08, 1.22 e 1.28 per Rofecoxib ( Vioxx ), Celecoxib ( Celebrex ), Ibuprofene ( Brufen ), Diclofenac ( Voltaren ), Naprossene ( Naprosyn ) e altri FANS, rispettivamente.
Inoltre, è stato osservato un aumento dose-dipendente nel rischio di mortalità e un aumento del rischio di ospedalizzazione a causa di infarto del miocardio e scompenso cardiaco.
In conclusione, i farmaci antinfiammatori sono frequentemente utilizzati nei pazienti con insufficienza cardiaca e sono associati ad un aumento del rischio di morte e morbilità cardiovascolare.
Poichè anche i FANS più comunemente utilizzati aumentano il rischio, il rapporto rischio-beneficio richiede un’attenta considerazione nel caso di prescrizione a un paziente con scompenso cardiaco. ( Xagena_2009 )
Gislason GH et al, Arch Intern Med 2009; 169:141-149
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