Rapporto tra proteina C-reattiva, calcio nella arteria coronaria ed eventi cardiovascolari


Lo studio JUPITER ha mostrato che alcuni pazienti con concentrazioni di colesterolo LDL inferiori a 3.37 mmol/L ( minore di 130 mg/dL ) e concentrazioni di proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hsCRP ) uguale o superiore a 2 mg/L traggono beneficio dal trattamento con Rosuvastatina ( Crestor ), benché i tassi assoluti di eventi cardiovascolari siano bassi.

In una popolazione idonea per lo studio JUPITER, è stato valutato se il calcio nella arteria coronaria possa stratificare ulteriormente il rischio; inoltre sono stati confrontati hsCRP con calcio coronarico per la predizione del rischio nell’intervallo di valori basso e alto di hsCRP.

In totale, 950 partecipanti dello studio Multi-Ethnic Study of Atheroslcerosis ( MESA ) hanno incontrato i criteri di inclusione per lo studio JUPITER.

Sono stati confrontati i tassi di eventi per coronaropatia e malattia cardiovascolare e gli hazard ratio ( HR ) aggiustati per variabili multiple dopo stratificazione per peso del calcio della arteria coronaria ( punteggi di 0, 1-100 o superiore a 100 ).

Sono stati calcolati i number needed to treat ( NNT ) a 5 anni applicando i benefici registrati nello studio JUPITER ai tassi di evento in ciascuno strato di calcio coronarico.

Il follow-up mediano è stato di 5.8 anni.

Nella popolazione MESA JUPITER, 444 ( 47% ) pazienti hanno fatto registrare punteggi di calcio dell’arteria coronaria di 0 e, in questo gruppo, i tassi di eventi di coronaropatia sono stati 0.8 per 1000 persone-anno.

Il 74% degli eventi coronarici si è verificato in 239 ( 25% ) partecipanti con punteggi di calcio coronarico superiori a 100 ( 20.2 per 1000 anni-persona ).

Per la malattia coronarica, il NNT predetto a 5 anni è stato pari a 549 per il punteggio di calcio coronarico pari a 0, 94 per punteggi 1-100, e 24 per punteggi superiori a 100.

Per la malattia cardiovascolare, il NNT è stato 124, 54 e 19.

Nella popolazione totale dello studio, la presenza di calcio coronarico è risultata associata a un hazard ratio di 4.29 per coronaropatia e a 2.57 per malattia cardiovascolare.

hsCRP non è risultata associata a nessuna delle malattie dopo aggiustamento a variabili multiple.

In conclusione, il calcio della arteria coronaria stratifica ulteriormente il rischio nei pazienti arruolabili nello studio JUPITER, e potrebbe essere utilizzato per identificare sottogruppi di pazienti che potrebbero trarre il beneficio assoluto maggiore e minore dal trattamento con statine. ( Xagena_2011 )

Blaha MJ et al, Lancet 2011; 378: 684-692

Link: CardiologiaOnline.it

Link: MedicinaNews.it

Cardio2011