Infarto miocardico: la presenza di onde Q nell’area infartuale predice una maggiore mortalità a 30 giorni nei pazienti trattati con Streptochinasi
Ricercatori del Green Lane Hospital di Auckland in Nuova Zelanda hanno valutato se la presenza o l’assenza di onde Q al momento della presentazione potesse essere un indicatore della durata dell’infarto miocardico acuto, e se fosse in grado di predire la mortalità .
Nello studio HERO-2, 15.222 pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento ST ( STEMI ) e normale condizione intraventricolare sono stati assegnati in modo casuale a Streptochinasi ( Streptase ) ed Acido AcetilSalicilico ( Aspirina ) più Bivalirudina ( Angiox ) oppure Eparina non frazionata.
Il 67% ( n = 10.244 ) dei pazienti presentava onde Q nell’area infartuale al momento della randomizzazione.
L’end point primario era rappresentato dalla mortalità a 30 giorni.
L’incidenza di mortalità a 30 giorni, tra i pazienti che presentavano inizialmente onde Q, era più alta rispetto a coloro che ne erano privi ( 10% versus 7%; p < 0.0001 ).
Lo studio ha indicato che la presenza di onde Q nell’area infartuale al momento della presentazione dell’infarto miocardico acuto con sopraslivellamento ST è in grado di predire in modo indipendente una maggiore mortalità a 30 giorni nei pazienti sottoposti a terapia fibrinolitica con Streptochinasi.( Xagena_2006 )
Wong CK et al, Lancet 2006; 367: 2061-2067
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