Gli alti ed i bassi valori pressori sono associati ad un aumentato rischio di eventi avversi cardiovascolari nel postinfarto ad alto rischio


L’influenza della pressione sanguigna sugli outcome dopo infarto miocardico ad alto rischio non è ben definita.

Uno studio, coordinato da Scott D Solomon del Brigham and Women’s Hospital a Boston, ha esaminato la relazione tra pressione sanguigna ed il rischio di eventi cardiovascolari in 14.703 pazienti con scompenso cardiaco, disfunzione ventricolare sinistra, o entrambe, dopo infarto miocardico acuto nello studio VALIANT ( Valsartan in Acute Myocardial Infarction ).

E’ stata anche valutata la relazione tra ipertensione in periodo precedente e gli esiti, e l’associazione tra pressione sanguigna elevata ( sistolica > 140 mmHg ) o bassa ( sistolica < 100 mmHg ) in 2 su 3 visite di follow-up durante i primi 6 mesi ed i successivi eventi cardiovascolari nell’arco di 24,7 mesi ( valori mediani ).

Nei pazienti con storia di ipertensione precedente, è stato osservato un aumento del rischio di insufficienza cardiaca ( hazard ratio, HR=1.19 ), ictus ( HR=1.27 ), morte cardiovascolare ( HR=1.11 ) e dell’outcome composito di morte, infarto miocardico, scompenso cardiaco, ictus o arresto cardiaco ( HR=1.13 ).

Mentre i bassi valori pressori nel periodo successivo all’infarto miocardico erano associati ad un aumentato rischio di eventi avversi, i pazienti con elevati valori pressori ( n=1.226 ) hanno presentato un più alto rischio di ictus ( HR aggiustato=1.64 ) e di eventi cardiovascolari combinati ( HR aggiustato=1.14 ).

Dallo studio è emerso che, 6 mesi dopo un infarto miocardico ad alto rischio, gli elevati valori pressori sistolici erano associati ad un aumento del rischio di successivi eventi cardiovascolari e di ictus.
Non è noto se un trattamento antipertensivo aggressivo possa ridurre questo rischio. ( Xagena_2007 )

Thune JJ et al, Hypertension 2007; Published online before print



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