Infarto miocardico acuto complicato con shock cardiogenico: nessun significativo effetto dell’inibitore NOS sulla pressione arteriosa media
Precedenti studi hanno mostrato benefici emodinamici, e probabilmente, riduzione della mortalità con l’uso di inibitori NOS ( ossido nitrico sintasi ) nei pazienti con infarto miocardico acuto, complicato da shock cardiogenico.
Ricercatori dello studio SHOCK-2 ( Should we inhibit nitric Oxide synthase in Cardiogenic shock 2 ), hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di 4 dosi di L-NMMA ( L-N-Monometil-Arginina ), un’inibitore non selettivo NOS, nei pazienti con infarto miocardico acuto, complicato da shock cardiogenico, nonostante un’arteria correlata all’infarto fosse aperta.
I pazienti ( n=79 ) sono stati assegnati in modo casuale ad un bolo e a 5 ore di infusione di placebo, oppure alla somministrazione di 0.15, 0.5, 1.0, o 1.5 mg/kg di L-NMMA.
L’endpoint primario era rappresentato dal cambiamento assoluto della pressione arteriosa media ( MAP ) a 2 ore.
Quindici minuti dopo la somministrazione del farmaco o del placebo, il cambiamento medio della pressione arteriosa media è stato di -4 mmHg nel gruppo placebo, e 5.8 ( p=0.02 ), 4.8 ( p=0.02 ), 5.1 ( p=0.07 ), e 11.6 ( p<0.001 ) mmHg nei 4 gruppi L-NMMA, rispettivamente.
Il cambiamento medio di MAP a 2 ore è stato invece di -0.4, 4.4, 1.8, -4.1 e 6.8 mmHg nel gruppo placebo e nei 4 gruppi L-NMMA, rispettivamente ( tutti p non significativi ).
Dallo studio è emerso che L-NMMA ha prodotto un modesto aumento di MAP a 15 min, rispetto al placebo; nessuna differenza tra L-NMMA e placebo è stata osservata a 2 ore. ( Xagena_2007 )
Dzavik V et al, Eur Heart J 2007; 28: 1109-1116
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