Malattia coronarica: Paracetamolo aumenta la pressione sanguigna


Poiché i tradizionali farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) sono associati a un aumentato rischio di eventi cardiovascolari acuti, le attuali lineeguida consigliano il Paracetamolo ( Acetaminofene, Tachipirina ) come analgesico di prima scelta sul presupposto della sua maggiore sicurezza cardiovascolare.
Tuttavia, sono scarsi i dati provenienti da studi clinici randomizzati che hanno valutato in modo prospettico la sicurezza cardiovascolare del Paracetamolo, soprattutto nei pazienti con elevato rischio cardiovascolare.

Uno studio ha esaminato la sicurezza del Paracetamolo nei pazienti con malattia coronarica.
I 33 soggetti con malattia coronarica arteriosa inclusi in questo studio crossover, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, hanno ricevuto Paracetamolo ( 1 grammo 3 volte al giorno ) per due settimane.

Il trattamento con Paracetamolo ha determinato un aumento significativo della pressione sistolica media ( da 122.4 a 125.3 mmHg; p=0.02 versus placebo ) e diastolica ( da 73.2 a 75.4 mmHg; p=0.02 versus placebo ), mentre la frequenza cardiaca, la funzione endoteliale, le cellule progenitrici endoteliali precoci e la funzione piastrinica non sono risultate modificate.

In conclusione, questo studio ha dimostrato per la prima volta che il Paracetamolo induce un aumento significativo della pressione arteriosa ambulatoriale nei pazienti con malattia coronarica.
Pertanto, l'uso di Paracetamolo deve essere valutato in maniera rigorosa, come gli altri farmaci antinfiammatori non-steroidei tradizionali e gli inibitori della cicloossigenasi-2 ( Cox-2 ), particolarmente nei pazienti ad aumentato rischio cardiovascolare. ( Xagena_2010 )

Sudano I et al, Circulation 2010; 122: 1789-1796



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