Gli Ace-inibitori riducono la mortalità e gli eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti con malattia coronarica in assenza di insufficienza cardiaca o disfunzione ventricolare sinistra sistolica


I risultati degli studi clinici randomizzati in cui sono stati impiegati gli Ace-inibitori nei pazienti con malattia coronarica e funzione ventricolare sinistra preservata sono contraddittori.

Ricercatori francesi hanno voluto verificare se la prescrizione nel lungo periodo di Ace-inibitori fosse in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari maggiori e la mortalità nei pazienti con malattia coronarica e nessuna evidenza di disfunzione ventricolare sinistra sistolica.

Delle 1.146 pubblicazioni individuate, 7 hanno incontrato i criteri della selezione per un totale di 33.960 pazienti.
Il periodo di follow-up è stato di 4.4 anni.

Cinque studi clinici hanno riguardato solo pazienti con documentata malattia coronarica.
Uno studio ha incluso pazienti con coronaropatia ( 80% ) o pazienti con diabete mellito ed uno o più fattori d rischio aggiuntivi.
Un altro studio clinico ha arruolato pazienti con malattia coronarica, una storia di TIA ( attacco ischemico transitorio ) o claudicatio intermittens.

Il trattamento con Ace-inibitori ha ridotto la mortalità totale ( odds ratio, OR = 0.86 ), la mortalità cardiovascolare ( OR = 0.81 ), l’infarto miocardico ( OR = 0.82 ) e l’ictus ( OR = 0.77 ).
E’ stata osservata anche una riduzione di altri end point, tra cui la resuscitazione dopo arresto cardiaco, la rivascolarizzazione miocardica e l’ospedalizzazione a causa di insufficienza cardiaca.

Secondo gli Autori di questa analisi, gli Ace-inibitori riducono la mortalità totale e gli end point cardiovascolari maggiori nei pazienti con malattia coronarica e nessuna disfunzione ventricolare sinistra sistolica o insufficienza cardiaca. ( Xagena_2006 )

Danchin R et al, Arch Intern Med 2006; 166: 787-796






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