L’Atorvastatina ad alto dosaggio non è superiore alla Simvastatina a dosaggio standard nella prevenzione secondaria dopo infarto miocardico
Lo studio IDEAL ( Incremental Decrease in End Points Through Aggressive Lipid Lowering ) ha confrontato due strategie per la riduzione del rischio di malattia cardiovascolare nei pazienti con un precedente infarto miocardico.
Lo studio è stato condotto in 190 ambulatori specialistici in Nord Europa tra il marzo 1999 ed il marzo 2005.
Il periodo medio di follow-up è stato di 4.8 anni.
Sono stati arruolati 8888 pazienti di età uguale o inferiore ad 80 anni con una storia di infarto miocardico.
I pazienti sono stati assegnati in modo random a ricevere Atorvastatina ( Lipitor ) ad alto dosaggio ( 80mg; n = 4439 ) o Simvastatina a dosaggio standard ( 20mg/die; n = 4449 ).
L’end point primario era rappresentato da gravi eventi coronarici, definiti come morte coronarica, infarto miocardico non fatale, arresto cardiaco con resuscitazione.
Un evento cardiaco maggiore si è presentato nel 10.4% ( n= 463 ) dei pazienti trattati con Simvastatina e nel 9.3% ( n = 411 ) di quelli del gruppo Atorvastatina ( hazard ratio, HR = 0.89; p = 0.07 ).
L’infarto miocardico non fatale si è presentato, invece, nel 7.2% ( n = 321 ) e nel 6% ( n = 267 ), rispettivamente ( HR = 0.83; p = 0.02 ). Nessun’altra differenza è stata osservata negli altri due componenti dell’end point primario.
Eventi cardiovascolari maggiori sono stati osservati in 608 pazienti del gruppo Simvastatina ed in 533 pazienti del gruppo Atorvastatina ( HR = 0.87; p = 0.02 ).
In 1059 pazienti trattati con Simvastatina si è avuto un evento coronarico contro 898 pazienti trattati con Atovastatina ( HR = 0.84; p < 0.001 ).
L’incidenza di morte non cardiovascolare è stata pari al 3.5% ( n = 156 ) ( HR = 0.92; p = 0.47 ) nel gruppo Simvastatina e 3.2% ( n = 113 ) nel gruppo Atorvastatina, mentre la percentuale di morte generale è stata, rispettivamente, 8.4% ( n = 374 ) ed 8.2% ( HR = 0.98; p = 0.81 ).
I pazienti trattati con Atorvastatina hanno presentato una più alta incidenza di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi non gravi.
Un aumento delle transaminasi ha comportato la sospensione del trattamento nell’1% ( n = 43 ) dei pazienti trattati con Atorvastatina contro lo 0.1% ( n = 5 ) di quelli trattati con Simvastatina ( p < 0.001 ).
Gravi casi di miopatia e di rabdomiolisi sono risultati rari in entrambi i gruppi.
Secondo gli Autori il trattamento con Atorvastatina ad alto dosaggio nei pazienti con precedente infarto miocardico non ha prodotto una riduzione significativa nell’incidenza di gravi eventi coronarici rispetto alla Simvastatina a dosaggio standard. ( Xagena_2005 )
Pedersen TR et al, JAMA 2005; 294: 2437-2445
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XagenaFarmaci_2005