Insufficienza cariaca: gli Acidi grassi polinsaturi omega-3 associati a modesto beneficio nel ridurre l'ospedalizzazione per cause cardiovascolari e la mortalità generale
Diversi studi epidemiologici e sperimentali hanno mostrato che gli Acidi grassi polinsaturi ( PUFA ) omega-3 possono esercitare effetti favorevoli sulla malattia cardiovascolare aterotrombotica, comprese le aritmie.
Lo studio GISSI-HF, che ha visto la partecipazione di 357 cardiologie italiane, ha valutato l’effetto del trattamento con Acidi grassi omega-3 ( 1 g/die ) tra 6.975 pazienti con insufficienza cardiaca cronica, classe NYHA II-IV, rispetto al placebo.
Il periodo osservazionale è stato di 3.9 anni ( valore mediano ).
L’obiettivo principale dello studio era rappresentato dal tempo alla morte e dal tempo alla morte o all’ospedalizzazione per cause cardiovascolari.
Durante il periodo osservazionale, il 27% dei pazienti nel gruppo Acidi grassi omega-3 sono morti ( mortalità generale ) contro il 29% nel gruppo placebo ( riduzione del rischio relativo: 9%, p=0.042 ).
L’endpoint composito di morte o ricovero ospedaliero per cause cardiovascolari è stato raggiunto dal 57% dei pazienti assegnati al trattamento con PUFA omega-3, contro il 59% dei pazienti del gruppo placebo ( riduzione del rischio relativo: 8%; p=0.009 ).
Dallo studio è emerso che gli Acidi grassi polinsaturi omega-3 forniscono un modesto beneficio nel ridurre la mortalità totale e il ricovero ospedaliero per cause cardiovascolari nei pazienti con scompenso cardiaco cronico. ( Xagena_2008 )
Fonte: The Lancet, 2008
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XagenaFarmaci_2008