Il trattamento intensivo con Atorvastatina non è in grado di arrestare la progressione della stenosi aortica calcifica


La stenosi aortica calcifica ha molte caratteristiche in comune con l’aterosclerosi, tra cui l’ipercolesterolemia.

E’ stato ipotizzato che la terapia intensiva ipocolesterolemizzante possa arrestare la progressione della stenosi aortica calcifica o indurne la regressione.

Un totale di 155 pazienti con stenosi aortica calcifica sono stati assegnati in modo random a ricevere Atorvastatina ( Lipitor ) 80 mg/die ( n = 77 ) o placebo ( n = 78 ).

Il periodo osservazionale medio è stato di 25 mesi.

Il trattamento con Atorvastatina ha ridotto in modo sensibile i livelli di colesterolo LDL ( 63 mg/dl, in media ), mentre il placebo li ha lasciati invariati ( 130 mg/dl, in media ) ( p < 0,001 ).

L’aumento della velocità di jet aortico è stato di 0,199 metri per secondo anno nel gruppo Atorvastatina e 0,203 m per sec per anno nel gruppo placebo.

La progressione della calcificazione valvolare è stata del 22,3%, in media, per anno nel gruppo Atorvastatina e di 21,7% nel gruppo placebo.

I dati dello studio SALTIRE ( Scottish Aortic Stenosis and Lipid Lowering Trial, Impact on Regression ) hanno mostrato che la terapia ipocolesterolemizzante intensiva non è in grado di arrestare la progressione della stenosi aortica calcifica o indurne la regressione. ( Xagena_2005 )

Cowell SJ et al, N Engl J Med 2005; 352: 2389-2397



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XagenaFarmaci_2005