Mipomersen nel trattamento dei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote


Sono stati pubblicati su The Lancet i dati di uno studio di fase 3 su Mipomersen nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote. Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario, consistente in una riduzione media del colesterolo LDL di 100 mg/dL in questa popolazione ad alto rischio.

Lo studio è stato condotto allo scopo di verificare l’efficacia e la sicurezza di Mipomersen somministrato come ulteriore trattamento in aggiunta a un’ottimale terapia ipolipemizzante standard.
L’analisi intent-to-treat ha mostrato che i pazienti trattati con Mipomersen hanno registrato una riduzione del colesterolo LDL del 25%. Oltre a raggiungere questo endpoint primario, il farmaco ha anche raggiunto ciascuno degli endpoint secondari e terziari, che includono riduzioni significative di alipoproteina B, di colesterolo totale, di colesterolo non-HDL, di lipoproteina Lp(a), di colesterolo VLDL e dei trigliceridi.

L’ipercolesterolemia familiare è un disordine genetico che risulta in livelli elevati di colesterolo LDL. Per i pazienti affetti da questa patologia aumenta notevolmente il rischio di sviluppare prematuramente patologie cardiovascolari gravi, che potrebbero anche causarne il decesso. Vi sono due forme di ipercolesterolemia familiare: l’omozigote, che si stima colpisca, a livello mondiale, una persona su un milione, e l’eterozigote, la forma più comune della patologia, che ha una prevalenza di una persona ogni cinquecento. Nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote, i primi episodi di natura cardiovascolare possono comparire già durante l’infanzia o l’adolescenza. In assenza di una terapia ipolipemizzante, i pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote raramente sopravvivono oltre i trent’anni.

Nonostante tutti i pazienti tranne uno fossero già stati trattati con una terapia ipolipemizzante, i loro livelli medi di colesterolo LDL alla basale erano superiori a 400 mg/dL. Le riduzioni di colesterolo LDL registrate dallo studio si sono quindi sommate a quelle che i pazienti avevano già ottenuto grazie ai regimi terapeutici esistenti.

Lo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha arruolato pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote dai 12 anni di età in su; sette pazienti avevano un’età compresa tra i 12 e i 17 anni. I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere una dose di 200 mg di Mipomersen oppure di placebo tramite iniezione sottocutanea settimanale per 26 settimane. Lo studio è stato condotto in 10 Centri dislocati in sette Paesi tra Nord America, Europa, Asia, Sud America e Africa.

I più comuni eventi avversi osservati con Mipomersen sono stati reazioni nel sito di iniezione, sintomi influenzali ed aumento delle transaminasi. Dei 34 pazienti trattati con Mipomersen, 28 hanno completato lo studio. Un solo paziente ha interrotto il trattamento a causa dell’aumento delle transaminasi.

Mipomersen è il capostipite degli inibitori di sintesi dell’apolipoproteina B, e produce una riduzione del colesterolo LDL attraverso la prevenzione della formazione di grassi aterogenici. In particolare, agisce diminuendo la produzione di apolipoproteina B, elemento base di tutti i lipidi aterogenici ( incluso il colesterolo LDL ), responsabili del trasporto del colesterolo attraverso il flusso sanguigno. ( Xagena_2010 )

Fonte: Genzyme, 2010

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