Rivascolarizzazione nella malattia coronarica: confronto tra by-pass e intervento coronarico percutaneo


Restano questioni aperte riguardo all’efficacia comparativa dell’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) e del bypass aorto-coronarico.

L’American College of Cardiology Foundation ( ACCF ) e la Society of Thoracic Surgeons ( STS ) hanno collaborato al fine di confrontare i tassi di sopravvivenza a lungo termine dopo i due interventi.

Sono stati messi a confronto i dati del ACCF National Cardiovascular Data Registry e del STS Adult Cardiac Surgery Database con i dati derivati dai Centers for Medicare and Medicaid Services per gli anni dal 2004 al 2008.

Tra i pazienti di età uguale o superiore a 65 anni che presentavano malattia coronarica a 2 o a 3 vasi senza infarto acuto del miocardio, 86.244 sono stati sottoposti a bypass aorto-coronarico e 103.549 a intervento coronarico percutaneo.

Il periodo mediano di follow-up è stato di 2.67 anni.

A 1 anno, non è emersa alcuna differenza significativa nella mortalità aggiustata tra i gruppi ( 6.24% nel gruppo bypass aorto-coronarico contro 6.55% in quello intervento coronarico percutaneo; risk ratio, 0.95 ).

A 4 anni, è stata osservata una più bassa mortalità con bypass aorto-coronarico che con intervento coronarico percutaneo ( 16.4% vs 20.8%; risk ratio, 0.79 ).

Risultati simili sono stati osservati in sottogruppi multipli e con l’uso di molti diversi metodi di analisi.

Fattori confondenti residui sono stati valutati con una analisi di sensibilità.

In conclusione, questo studio osservazionale, ha mostrato che, tra i pazienti anziani con coronaropatia multivaso che non richiede trattamento di emergenza, c’è un vantaggio di sopravvivenza a lungo termine tra i pazienti sottoposti a bypass aorto-coronarico rispetto ai pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo. ( Xagena_2012 )

Weintraub WS et al, N Engl J Med 2012; 366: 1467-1476

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